Secondo la versione romanzata trasmessa dalla Takata, i cinque principi del Reiki sarebbero nati in seguito a una meditazione particolarmente ispirata di Mikao Usui. In realtà Usui creò i cinque principi basandosi sul paragrafo iniziale del libro intitolato «Kenzen no Genri» («健全の原理» – letteralmente: “Teoria della Salute”) scritto nel 1914 da Suzuki Bizan. Tale paragrafo, intitolato “Un Sentiero per il Suono” recita: “Solo per oggi non essere arrabbiato, non essere impaurito, con onestà, esegui diligentemente il tuo dovere, sii compassionevole con gli altri uomini”.
Ma veniamo ai cinque principi:
招福の秘法 | shōfuku no hihō | Il metodo segreto per invitare la fortuna. |
万病の霊薬 | manbyō no reiyaku | La meravigliosa medicina per tutte le malattie |
今日だけは | kyō dake wa | Solo per oggi |
怒るな | Okoruna (lett. alternativa: ikaruna) | 1 Non ti arrabbiare |
心配すな | shinpai suna | 2 Non ti preoccupare |
感謝して | kansha shite | 3 Sii grato |
業を励め | gō wo hage me | 4 Lavora diligentemente |
人に親切に | hito ni shinsetsu ni | 5 Sii gentile con gli altri |
朝夕合掌して心に念じ 口に唱えよ | asa yū gasshō shite kokoro ni nenji kuchi ni tonaeyo | Alla mattina e alla sera giungi le mani, custodisci nel cuore e ripeti a voce alta queste parole. |
心身改善臼井霊気療法 | shin shin kaizen usui reiki ryōhō | Usui Reiki Ryōhō per il miglioramento continuo di mente e corpo |
肇祖 臼井甕男 | chōso usui mikao | il fondatore Mikao Usui |
Integrare e mettere in pratica i cinque principi, significa migliorare la qualità della nostra vita, perché tutto quello che ci accade è il frutto dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni. I cinque principi non sono rigide prescrizioni moralistiche, lo spirito che li anima è il sentimento dell’unità e dell’armonia dell’individuo con l’intero universo. Ma nei principi c’è qualcosa in più del “semplice” – per quanto indiscutibilmente valido – significato di ciascun precetto, qualcosa per cui Mikao Usui arriva a porli alla base della disciplina e a definirli (in termini poetici) “il metodo per invitare la fortuna” e “la meravigliosa medicina per tutte le malattie”.
Usui non scrive di seguire i principi, ma di portare le mani in gassho, custodirli nel proprio cuore (farli propri) e ripeterli ad alta voce alla mattina e alla sera.
A molti è sfuggita l’essenzialità di questa frase, una frase che lascia intuire un collegamento verso un altro concetto, quello di Kotodama, la “parola spirito”.
Una delle cose fondamentali, nei principi (o precetti), è quella di vivere giorno dopo giorno (solo per oggi). Questo non vuol dire rinunciare ai propri progetti, semplicemente sta a significare che si deve pensare al futuro senza preoccuparsene (non essere ansioso). L’ansia corrisponde ad un’energia negativa che racchiusa nel nostro corpo lo avvelena. Il rischio è quello di perdere il momento nel quale si vive, di perdere la gioia per le piccole cose del quotidiano, di perdere la felicità.
Non bisogna ignorare la rabbia, o cercare di reprimerla. “Non ti arrabbiare” significa che si deve imparare a riconoscere e ad esprimere i propri sentimenti di rabbia, cercando di comprendere, perdonare e lasciare andare le cause dell’ira. Come per l’ansia, se non permettiamo alla rabbia di abbandonare il nostro corpo, ma al contrario se la interiorizziamo, potrebbe causare delle malattie. I principi del reiki sono quelli di liberare il corpo dai blocchi energetici, di consentire alla “vita” di procedere serenamente.
Per essere grati (alla vita) e diligenti (verso il proprio spirito), bisogna vivere nella rettitudine morale. Il lavoro è un mezzo per contribuire sia all’esistenza del singolo che a quella della comunità. Va svolto nel modo più corretto ed onesto possibile, il risultato sarà il raggiungimento dell’obbiettivo che ci siamo prefissati, qualunque esso sia. Cedere nel lavoro a comportamenti maligni ed agli intrighi, è sintomo di inettitudine morale.
Il rispetto del prossimo e della natura vuol dire aver compreso che ogni nostra azione, nel bene e nel male, ha un effetto verso noi stessi, mentre nella preghiera e con il ringraziamento si concretizza il riconoscimento dei propri limiti e l’apprezzamento per tutto quello che ha contribuito ad accrescere il nostro spirito. Dobbiamo cercare di essere felici nella semplicità del quotidiano, perché è questa la vera medicina per la cura dello spirito e del corpo.